Charlaine Harris parla della saga di Sookie Stakchouse e di True Blood

– Puoi darci un’anticipazione dell’ultimo libro, “Deadlocked”,  il 12 ° giusto? (Sarà pubblicato il 1 maggio.)

” E’ il prossimo libro prima dell’ultimo, che gli conferisce un certo peso. Si tratta di collegare alcune trame di questa lunga serie, che daranno una risposta alle domande dei lettori. C’è nuova azione, ma ci saranno decisioni prese riguardo i problemi dei vecchi libri.

– Finirà con il 13°?

“Nel 2013. Ha-ha”

– Hai ideato un piano?

“Oh, io realmente non pianifico molto. Il mio contratto terminerà. Sono sicura che il mio editore sarebbe stato più felice se ce ne fossero statialtri, ma sento di aver raccontato tutto di Sookie e del suo mondo. Odio farlo solo per i soldi. Non mi mancano i soldi. Odio l’idea che sto trascinando qualcosa per questo motivo”.

– Hai detto che sai come la serie si concluderà. Lo hai sempre saputo?

“Sì, probabilmente dal secondo libro o giù di lì, ho avuto una buona idea di come concludere i libri. E ‘top-secret.

– La serie TV ha beneficiato delle tensioni tra vampiri Bill ed Eric. Quanto è centrale nella tua storia?

“Loro [gli attori] sono meravigliosi, ma la storia è molto diversa dalla mia storia. Non c’è mai stata nella mia mente un Bill vs Eric”.

– Com’è cambiata Sookie nel corso del tempo? E’ più divertente scrivere di lei attualmente?

“Io non scrivo di Anna Paquin, io scrivo di Sookie Stackhouse. Sookie è sempre molto divertente da scrivere. Sta crescendo, cambiando. Lei è molto forte. È una donna, donna. Starebbe bene anche da sola, senza un uomo. Le piacerebbe avere una relazone. Ma non è necessaria per la sua felicità”.

– Sei soddisfatta delle decisioni prese dal produttore esecutivo di “True Blood”, Alan Ball?

“Certamente ho avuto dei pensieri a tal proposito. Sono molto affezionata ad Alan. Penso che sia un genio. Ha preso ottime decisioni per la televisione. Lui non sta, consapevolmente, cercando di imitare i libri. Sarebbe noioso per lui, e noioso per me. Se avessi saputo cosa stava per accadere, perché avrei dovuto guardarlo? Gli spettatori ed i lettori stanno ottenendo due punti di vista differenti”.

– Lui viene descritto come il “creatore”, ma io penso a te come la “creatrice”.

“Io sono la creatrice. Quando sono sul set, mi chiamano la “maker”. Ma lui è il creatore di quel mondo visivo, non ci sono dubbi. Tutto è venuto dalla sua mente, e nel suo talento di scegliere le persone giuste, per il giusto ruolo”.


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